8 maggio 1902 – Festa dell’Ascensione – St. Pierre – Martinica – Antille Francesi
Il vulcano La Peleè da qualche mese dava segni di irrequietezza. Gli animali di tutta l’isola si comportavano in modo anomalo. Sembravano spaventati. Erano nervosi. C’erano state delle vere e proprie invasioni di formiche, vermi e serpenti velenosi che sembravano scappare dai fianchi della montagna brontolante. Vapori di zolfo appestavano la città e la cenere copiosamente emessa dal vulcano, a tratti, rendeva difficile respirare. Da una settimana la cima del vulcano era avvolta da una nube di cenere continuamente attraversata da scariche elettriche. Le autorità locali, però, tranquillizzavano la popolazione affermando che non c’era nessun pericolo e che si trattava di semplice attività vulcanica. Quel giorno, nella Baia di St. Pierre, c’erano sedici velieri in legno e un piroscafo americano. All’ancora erano in attesa di caricare o scaricare le loro merci. Alle 6,30 dell’8 maggio, la SS. Roraima, era in atterraggio nella baia, dirigendosi al punto di ancoraggio che le era stato assegnato. La SS. Roraima era un piroscafo (nave a vapore) che trasportava sia merci che passeggeri e, a St. Pierre doveva scaricare un carico di sali di potassio e caricare acquavite e zucchero. Il primo ufficiale, signor Scott, un londinese di grande esperienza, un po’ preoccupato, cercava di suggerire al comandate che, forse, sarebbe stato meglio saltare quel porto, proseguire il viaggio per fermarsi, poi, al ritorno visto che erano una nave di linea. Niente da fare. Il comandante, rassicurato dalla presenza delle altre navi e dalle autorità locali, ordinò di gettare l’ancora e di prepararsi alle operazioni commerciali. Non sapevano ancora che una nave italiana, l’Orsolina, un brigantino a palo, il giorno precedente, aveva interrotto la caricazione di zucchero ed era partito in tutta fretta contro la volontà delle autorità. Il comandante del porto aveva minacciato di arrestare il comandante, Marino Leboffe, e di applicare sanzioni economiche all’armatore. Il capitano replicò che, da napoletano, guardando a quel vulcano e ripensando al Vesuvio non aveva dubbi sulla necessità di scappare a vele spiegate e che nessuno avrebbe potuto sanzionare perché sarebbero tutti morti il giorno dopo. Un’altra nave italiana, il brigantino a palo Teresa Lo Vico, rimase, invece, al suo ancoraggio. La Teresa Lo Vico portava il nome della moglie dell’armatore, Andrea Lo Vico. La signora Lo Vico, da nubile Pirandello, era zia dello scrittore agrigentino Luigi. Anche un altro brigantino italiano, il Sacro Cuore, rimase al suo ancoraggio.
Alle 7:49, mentre gran parte della popolazione era radunata in chiesa per celebrare la Solennità dell’Ascensione, un tremendo boato scosse tutta la baia. Dalla sommità del vulcano si sollevò una colonna di fumo denso e nerissimo, sparato a velocità elevatissima come solo un cannone può fare. Il fianco della montagna rivolto verso la città esplose e una massa enorme di cenere e lapilli incandescenti cominciò a rotolare verso St. Pierre ad elevata velocità. Il signor Scott, dalla plancia, intuendo cosa stesse succedendo, si lanciò verso prua per salpare l’ancora incontrando a metà nave il comandante che, anche lui, resosi conto della situazione, correva in direzione opposta per raggiungere il ponte di comando. Gli ordinò di mollare subito gli ormeggi mentre il terzo ufficiale, che era già in plancia, anche lui immaginando quanto stava per succedere, diede ordine alla macchina di mandare le caldaie a tutto vapore per tentare di scampare al pericolo imminente. Il signor Scott, giunto a prua, iniziò a salpare l’ancora. Quando trenta metri di catena erano sul ponte, la nube incandescente raggiunse St. Pierre. Le case, appena toccate dallo “starnuto del vulcano”, s’incendiavano come fiammiferi accanto al fuoco e le persone all’aperto venivano incenerite all’istante. Sulla Roraima, Scott, si rese conto di non riuscire a portare l’ancora in cubia. Restavano altri trenta metri di catena. Prese una tela olona che era vicino ad una manica a vento, la piegò più volte e vi si avvolse. La posacavi Grappler fu la prima ad essere raggiunta e si capovolse per l’onda d’urto. Una dopo l’altra, le altre navi alla fonda, furono raggiunte dalla nube di fuoco incendiandosi immediatamente. Scott, da sotto la tela, attraverso un minuscolo forellino vedeva il comandante in plancia che urlava ordini nel vano tentativo di salvare la nave. La nube infuocata raggiunse la Roraima e Scott fece in tempo a vedere il comandante bruciare prima che la gigantesca onda generata dall’esplosione del vulcano facesse sbandare pericolosamente la nave a babordo. L’improvvisa inclinazione della nave fece scivolare il signor Scott verso il castello di prua dove sperava di trovare rifugio. Sentiva la temperatura aumentare in modo impressionante quando, improvvisamente, si aprì un portello e due marinai lo tirarono dentro salvandolo da morte certa. I tre si barricarono nel castello di prua. Chiusero tutte le aperture con materassi, casse, gomene e teloni. Si Salvarono. Erano sessantotto, fra passeggeri e equipaggio, le persone a bordo del Roraima. Se ne salvarono solo trenta. Molti di questi non superarono la notte. L’indomani erano rimasti in undici. Scott ed altri tre membri dell’equipaggio furono gli unici a non riportare ferite gravi.
Due di questi erano pozzallesi!
I loro nomi: Aiello Salvatore fu Giuseppe e D’angelo Francesco di Angelo.
Altri cinque pozzallesi Facevano parte dell’equipaggio della SS. Roraima. Purtroppo non ebbero scampo e morirono inceneriti dalla furia del vulcano.
I loro nomi:
1. Vindigni Santo di Giovanni e Marino Antonia, coniugato con Scala Maddalena;
2. Salonia Giuseppe di Carmelo e Guastella Carolina, coniugato con Sigona Maria Concetta;
3. Aiello Michele di Giuseppe e Scala Giuseppa, coniugato con Barrera Rosaria;
4. Terranova Carmelo di Carmelo e Cuzzolino Giuseppa, celibe;
5. Modica Emmanuele di Giuseppe e Lupo Orazia, celibe.
Nelle foto St. Pierre nel 1902, prima della tragedia.
©Antonio Monaca
Bonjour
Je travaille sur un projet relatif aux marins italiens qui ont péri lors de l’éruption de la Montagne Pelée le 8 mai 1902, pour le Rotary Club de Saint Pierre (Martinique).
Je souhaite entrer en contact avec vous à ce sujet.
Mon numéro de téléphone : (39) 32 70 18 05 32
Whatsapp: +596 696 921 915
Bien cordialement
Romuald
Bonjour. Merci de m’avoir contacté. Malheureusement je ne parle pas français mais j’ai compris le sens de votre demande. Les informations dont je dispose sont celles données dans l’article de mon site. Si vous avez des demandes spécifiques, n’hésitez pas à me contacter et j’essaierai d’y répondre. Je m’excuse pour les erreurs qui peuvent être présentes mais j’ai utilisé google translate. Salut. Antonio Monaca